martedì 19 febbraio 2013

IL MESTIERE PIU' DIFFICILE DEL MONDO

 Non posso fare a meno di detestare i miei genitori. E' cosi triste dover sopportare chi ha i vostri stessi difetti.
(Oscar Wilde)
 

 La genitorialità è una competenza acquisita. Si nasce figli e con il crescere si osservano vari modelli genitoriali a partire da quello dei nostri genitori per seguire con la maestra, il professore e via via.

Le dinamiche che ci vedono in un ruolo subordinato sono tutte dinamiche genitoriali. Quando siamo coinvolti in una relazione in un ruolo subordinato abbiamo l’opportunità di osservare le varietà di comportamenti che vengono messi in atto, comportamenti figli a loro volta di una scelta di modello genitoriale.

E’ chiaro che l’imprinting è dato proprio dal modello genitoriale che viviamo nella nostra infanzia e molto probabilmente tenderemo ad adottare e ripetere nelle nostre esperienze di vita.
E’ comunque importante essere consapevoli delle nostre modalità genitoriali per eventualmente adattarle ad un modello più “vincente”. 

Negli anni recenti, la ricerca di un modello efficace di genitorialità ha incuriosito diversi studiosi che hanno costruito teorie e scritto diversi libri sull’argomento.

 

Il pioniere di questi studi è senza dubbio il Dott. Thomas Gordon. Gordon fu un allievo di Carl Rogers ed un seguace della sua “Psicologia umanistica”.

Il suo maggior impegno fu indirizzato verso la creazione di una metodologia per l’incremento delle capacità comunicative e della risoluzione dei conflitti, particolarmente indicato per genitori, insegnanti e leader.

Il metodo, tuttora conosciuto come “Metodo Gordon”, si basa sull’assunto che sia l’atteggiamento coercitivo che quello lascivo danneggiano le relazioni producendo scarsi risultati.

Come alternativa egli proponeva il potenziamento delle abilità comunicative e del metodo di risoluzione dei conflitti senza perdenti “no-lose conflict resolution” da sviluppare attraverso un training formativo.

Nel 1962 Gordon iniziò a proporre il corso “Training per genitori efficaci (Parent Effectiveness Training - PET)”. Il corso diventò così popolare che in breve tempo venne adottato in gran parte degli Stati Uniti. Iniziarono dei corsi specifici per formatori in modo da renderli in grado di insegnare il metodo nelle proprie comunità.

Il modello parte appunto dal principio che sia l’atteggiamento coercitivo che quello permissivo danno come risultato un vincitore ed un perdente, danneggiando in questo modo il rapporto. Il metodo proposto da Gordon è un insieme di competenze e concetti per ottenere un democratico rapporto di collaborazione.

Nel 1970 Il Dott. Gordon ha pubblicato la prima edizione di un libro intitolato per l’appunto “genitori efficaci” che divenne un best-seller in tutto il mondo.

Le competenze di base da sviluppare per un rapporto efficace, nutriente e soddisfacente per entrambe le parti sono principalmente 3:

  1. Ascolto attivo;
  2. I-Messages;
  3. Risoluzione dei conflitti senza perdenti. 

ASCOLTO ATTIVO

L’ascolto attivo è una modalità particolare di riflettere ciò che l’altra persona sta dicendo per confermargli che la si sta ascoltando e ottenere da lui maggiori informazioni per comprenderlo senza interpretazioni. E’ opportuno che si rifletta anche lo stato d’animo di chi sta parlando permettendo così la traduzione verbale del contenuto emozionale e sentimentale implicito nella comunicazione.
Ciò favorisce l’aumento della consapevolezza nella persona che sta parlando.







I-MESSAGES


L’I-Message è una affermazione sui sentimenti, le convinzioni, i valori della persona che parla, generalmente espressi in frasi che iniziano con la parola "io" ed è in contrasto con un "tu- message" che spesso inizia con la parola" tu "e si concentra sulla persona che parla.
L’I-Message è una modalità assertiva che non mette l’ascoltatore sulla difensiva.
Un esempio è l’utilizzo di “…mi arrabbio quando ti comporti in questo modo” piuttosto di “…tu mi fai sempre arrabbiare”.






RISOLUZIONE DEI CONFLITTI SENZA PERDENTI


Il metodo per la risoluzione dei conflitti senza perdenti è basato sui “sei passi per una soluzione creativa dei conflitti” di John Dewey.
L’obiettivo è trovare una soluzione che sia accettabile per le parti coinvolte nel conflitto in modo che entrambi siano vincitori.
I sei passi identificati da Dewey sono i seguenti:




  1. Definisci il problema in termini di bisogni e non di soluzioni;
  2. Analizza le possibili soluzioni;
  3. Seleziona la soluzione che meglio incontra i bisogni di entrambi  le parti e analizza le possibili conseguenze;
  4. Pianifica chi farà cosa, dove, quando e come la farà;
  5.  Esegui il piano;
  6. Verifica successivamente il processo di risoluzione del conflitto e come ha funzionato la soluzione.

 

CONCLUSIONI

Le abilità genitoriali sono un processo in divenire che, come molte altre abilità, hanno bisogno di essere conosciute e allenate. Essere consapevoli dei modelli comunicativi che adottiamo verso i nostri figli o verso le persone con cui ci rapportiamo ci rende in grado di valutarne l’efficacia.

La consapevolezza ci porta al confrontarci con il modello proposto e a valutarne l’adozione.

La relazione d’aiuto che il counseling propone è finalizzata all’accrescimento della consapevolezza utilizzando, tra gli altri, gli strumenti che Gordon ha teorizzato e che abbiamo sommariamente descritto in questo articolo.

Nel nostro portafoglio di attività proponiamo anche un mini-corso indirizzato ai genitori che vogliono sviluppare ed accrescere tali competenze.

Stiamo inoltre organizzando un gruppo di auto-aiuto per genitori allo scopo di confrontarci in un ambiente protetto, non giudicante e nutriente per i bisogni dei genitori e dei figli. (per informazioni: mondocounseling@gmail.com oppure: 348 3283313)

Stefano Galimi


Bibliografia:
Gordon T., (2007), Genitori efficaci – Educare figli responsabili, Ed. La Meridiana 
Giusti E., Ticconi G., (1998), La comunicazione non verbale, Ed. Scione

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