venerdì 26 ottobre 2012

ESSERCI COME PRESENZA SIGNIFICANTE

Il counseling è un processo relazionale finalizzato allo sviluppo delle risorse personali, per migliorare lo stile di vita e agevolare la consapevolezza individuale, il counselor è un professionista che lavora in un’ottica di salutogenesi, occupandosi di individui che presentano disagi temporanei che possono alterare la qualità della vita  quotidiana, legati alla vita relazionale, alla sfera professionale, alle difficoltà decisionali, ad eventi traumatici che possono coinvolgere l’individuo su tematiche esistenziali, quali possono essere il lutto, la perdita del lavoro, la separazione. Il counseling può essere considerato un affiancamento, durante un particolare periodo di vita e come tale è un intervento di tipo breve, poiché la finalità è quella di aiutare l’utenza a ritrovare la propria funzionalità e gli obiettivi desiderati nel più breve tempo possibile: l’obiettivo di un counselor efficace è di attuare strategie di intervento per agevolare i propri clienti a ristabilire un equilibrio funzionale alla loro autonomia.
Il counselor ad approccio pluralistico integrato offre un bagaglio di skills specifiche, tecniche e relazionali, che sono espressione del suo “essere” individuo, infatti  nella relazione con il cliente egli pone se stesso come strumento del proprio agire comunicativo.
è così che la consulenza professionale assume quella connotazione specifica della relazione d’aiuto, nella quale il counselor è presente a se stesso e all’altro con il proprio essere, in una presenza attiva che lo coinvolge cognitivamente, emotivamente e fisicamente.

giovedì 25 ottobre 2012

Counseling e Competenze Relazionali

Le abilità relazionali sono il frutto dell’arte di vivere che l’essere umano, nell’arco temporale e culturale della propria vita, mette in atto per dare senso e significato all’esistenza. La relazione d’aiuto reca in sé gli elementi distintivi dell’interagire umano. Gli elementi caratteristici della relazione d’aiuto sono identificabili in due assunti di fondo: da un lato nel ricercare, attraverso l’esplorazione dei vissuti individuali, il senso fenomenico degli eventi ovvero cosa accade, come il soggetto percepisce ed esperisce l’accaduto, quali conseguenze comportano gli eventi accaduti; dall’altro, nel ricondurre l’esperienza esistenziale ad un’interpretazione dei significati validi a livello soggettivo e cioè quale effetto hanno gli eventi, come dare ad essi una collocazione accettabile per l’individuo.
Possiamo allora vedere il processo di counseling svilupparsi in fasi e gradi, come un percorso nel quale l’individuo procede step by step, in un costante monitoraggio di se stesso e delle proprie funzioni cognitive, emotive, fisiche. Così, essere nel processo relazionale significa essere in esplorazione. Esplorazione che per il cliente si realizza nell’autoconoscenza di sé attraverso nuove e più profonde consapevolezze, mentre per il counselor si concretizza attraverso il dispiegarsi delle proprie competenze relazionali che sono la dimensione risultante di abilità apprese e di qualità individuali. È con questo spirito esplorativo di se stesso e dell’altro che il counselor è presente nella relazione d’aiuto, consapevole delle dimensioni personali ed interpersonali che entrano in gioco nell’incontro con l’altro. Ed in questa esplorazione si esplicita l’essenza di una professione che si fonda su procedure e tecniche scientificamente misurabili, affiancate da una pluralità di competenze che attengono alla specificità individuale delle quali il counselor è portatore in se stesso, come soggetto unico ed irripetibile. E’ in questa unicità dell’individuo, delle sue capacità, delle sue molteplici esperienze e della sua sensibilità che prende corpo l’esercizio di una professione che ha in sé come “core business” la capacità di stare in relazione.