venerdì 19 aprile 2013

SISTEMI EMOTIVI CEREBRALI E QUALITA' E DELLA VITA EMOTIVA

Le ricerche delle neuroscienze sui sistemi emotivi cerebrali si sono focalizzate sugli aspetti affettivi e fisiologici che interagiscono nei circuiti emozionali, stabilendo una correlazione tra gli elementi affettivi fondamentali dell'individuo (ciò che caratterizza il nostro mondo interiore) e i processi mentali primari.  

Di particolare interesse, nel campo della ricerca in neuroscienze, sono gli studi del Prof. Jaak Panksepp, teorico dell’evoluzione della mente, che spiega la complessa relazione tra le regioni subcorticali che regolano la motivazione, le emozioni, e le risposte cognitivo-comportamentali dell’individuo. “Ad un certo livello, all’interno dei circuiti cerebrali più arcaici, nei cosiddetti recessi subcorticali, possono esserci nient’altro che reti neuronali inconsce, creatrici di puro comportamento, cioè organismi fluttuanti privi di sensibilità, probabilmente simili a molluschi ondulati che cavalcano le correnti delle più deboli forme del preconscio” – dice il Prof. Panksepp, e continua – “...non lo sappiamo, non possiamo esserne certi, ma possiamo ipotizzare la natura delle sensazioni emozionali primarie che sorgono dalle stesse regioni cerebrali deputate alle reazioni ed alle azioni emozionali incondizionate”. (Panksepp 2012). Comprendere come si formano le dinamiche emotive all’interno del cervello può essere molto utile per il raggiungimento del benessere psicofisico. Molti studi sottolineano la qualità inconscia delle emozioni, in quanto esperienze sensibili a contenuto affettivo, e a certi livelli ciò è ancor più verosimile, quando l’emotività viene negata o, peggio ancora, repressa da un’attività cognitiva controllante, disposizione questa, che può inibire il tumulto emozionale subcorticale e molto comune nella mente umana.

Ma la pressione emotiva, (stimolo che sorge come processo primario), controllata dai processi mentali cognitivi, può emergere inaspettatamente e creare scompiglio nella vita delle persone. Infatti, ciò che veniva considerato come inconscio non può più essere chiamato tale, anche l’inconscio non è privo di esperienza poiché questi stati emotivi, quando si presentano con una certa intensità, sono connotati come esperienze affettive. Oggi possiamo dire che gli esseri umani, hanno esperienza dei propri stimoli emotivi, questi stimoli possono essere qualificati come stati emozionali primari, ovvero esperienze affettive grezze, fenomeni particolari della mente, categorie uniche di esperienze coscienti, che emergono dalle profondità della mente. Ciò che risulta profondamente inconscio sono i processi secondari, i meccanismi di apprendimento e di controllo, che si producono come risultato dell’interazione tra regioni subcorticali e regioni neocorticali. La  nostra attività mentale superiore è profondamente cognitiva, poiché le regioni cerebrali corticali, sempre connesse alle funzioni cerebrali primitive, costruiscono la percezione del contesto dalle diverse vie sensoriali e questa interazione consente il contatto con il mondo esterno. Tuttavia, gli studi recenti hanno dimostrato che la mente emotiva, la regione subcorticale, gli strati più antichi del cervello è interconnessa alla mente cognitiva, inoltre, l’influenza dei processi emotivi subcorticali è stata dimostrata dalle indagini effettuate con sistemi di brain-imaging (Damasio, 2000).
Comprendere l’universo cerebrale ed i processi che sono alla base del funzionamento della mente, aiuta l’individuo a regolare e bilanciare la vita emotiva, soprattutto quando ci si trova ad attraversare eventi esistenziali che producono stress emozionale.

Angela Tosoni

Riferimenti bibliografici

Panksepp J., Biven L. (2012) The archaeology of mind. Neuroevolutionary Origins of Human Emotions. W.W. Norton & Company, London.

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